La micoterapia

 

L’ uso dei funghi medicinali come alimento o come integrato re sta, negli ultimi decenni, diventando sempre più diffuso, sia da parte di medici, nutrizionisti e naturopati, sia da parte dei pazienti stessi che stanno apprendendo l’uso alimentare, tradizionale ed antico dei funghi che è quello di migliorare qualità e assimilabilità dei cibi. Del resto, centinaia di anni di loro uso terapeutico in oriente e solide ed inconfutabili ricerche scientifiche moderne hanno suscitato l’interesse dei media e della stampa in particolare sulle possibilità terapeutiche offerte dai funghi eduli. Molta di questa eccitazione è stata generata da ricerche scientifiche prodotte in rapida successione in vari paesi del mondo: dal Giappone agli Usa, dalla Cina all’Inghilterra, dal Brasile alla Corea.

Da queste ricerche emergono dei dati univoci, ovvero che i funghi medicinali in toto, parti di essi od i loro estratti hanno vari effetti benefici a livello organico. In particolare la maggior parte dei funghi medicinali agisce, ognuno in maniera specifica, ma tutti i generale su il metabolismo glucidico e lipidico, la chelazione di metalli pesanti, il riequilibrio del sistema immunitario e l'antagonizzazione delle spinte anomale di crescita cellulare.  

E’ quindi ormai chiaro che i funghi non velenosi, pur essendo spesso semplici alimenti, possono sostanzialmente aiutare i pazienti in patologie per le quali la medicina ufficiale non ha proposte terapeutiche semplici o prive di effetti collaterali. Tra queste patologie possiamo includere: diabete, ipercolesterolemia, aterosclerosi, cancro, virosi di vario tipo (epatite C, HPV, Herpes virus, Epstein virus ...), asma, allergie , etc...

Tuttavia, mentre sono noti a molti i benefici dell’alimentazione a base di funghi medicinali, non tutti i funghi che si trovano sul mercato hanno chiari effetti terapeutici. In effetti solo un numero ristretto di funghi, usati in un certo modo ed a certi ben definiti dosaggi, ha un effetto terapeutico chiaro, come è dimostrato da moltissimi lavori scientifici, sulle patologie croniche, in particolare se correlate ad un deficit immunologico. Pertanto non è sempre facile capire il ruolo dei funghi medicinali in terapia se non si individuano alcune chiavi di lettura che possono derivare sia dalla Medicina Tradizionale Cinese che dalla ricerca clinica convenzionale.

Il primo punto da considerare in una seria prospettiva di micoterapia scientifica è la chiara relazione esistente tra metodi di produzione e qualità ed efficacia del fungo terapeutico. Nulla deve essere lasciato al caso.  La maggior parte dei lavori scientifici che mi è stato possibile reperire, parla di funghi somministrati con acqua calda o di uso clinico di estratti acquosi dei funghi stessi. Tutto ciò è anche in accordo con le modalità d’uso dei funghi terapeutici da parte della tradizione medica orientale. Tuttavia l’esperienza di molti clinici, me compreso, ha portato ormai alla convinzione che i funghi medicinali possono essere usati in diverse forme e preparazioni. Le indicazioni cliniche per ogni fungo, sono ovviamente le stesse, ma modalità e tempi di somministrazione, oltre che il dosaggio vanno adattati a seconda che si usino le spore, il fungo intero, il micelio o l’estratto acquoso od alcolico. Da quanto suddetto, consegue che un ulterio re e fondamentale punto da considerare è la corretta comprensione dell’etichetta con cui viene venduto il fungo terapeutico. Essa deve descrivere l’esatto tipo di fungo contenuto nella confezione, la parte del fungo impiegata (fungo intero, spore, micelio, estratto), la esatta quantità del fungo in ogni singola dose e ll’eventuale presenza di additivi, addensanti o altro.

Queste informazioni ci permettono di individuare il prodotto più adatto ad affrontare una determinata patologia. Spesso infatti le indicazioni e la posologia saranno diverse nella fase terapeutica di attacco o di mantenimento. Poiché oggi si conoscono con una certa precisione i dosaggi necessari per le varie fasi delle diverse patologie croniche, tutte queste informazioni sono cruciali per una corretta impostazione terapeutica. In questo breve lavoro cercherò di dare informazioni dettagliate ma semplici sui principali funghi medicinali, in modo che, sia il medico che il paziente possano capire il meccanismo di azione, indicazioni, dosaggi, indicazioni terapeutiche e limiti dell’impiego medico dei funghi terapeutici.

La Natura dei Funghi

Tronchi d'albero per la coltivazine di funghi medicinali, HDTTronchi d'albero per la coltivazine di funghi medicinali, HDTI funghi hanno un ruolo essenziale nell’equilibrio del mondo in cui viviamo. Essi sono coinvolti nella degradazione e nel riciclaggio della materia vivente e sono essenziali per rendere nuovamente biodisponibili i prodotti del catabolismo di piante ed animali. Possiamo dire che grazie alla digestione enzimatica dei funghi, piante ed animali morti, ritornano ai loro componenti primitivi che poi sono resi disponibili per nuove forme di vita. In particolare i funghi assorbono e rendono nuovamente biodisponibili i minerali costituendo una sorta di connessione tra il mondo minerale inanimato ed il mondo vivente. Gran parte dell’humus, che poggia sulla crosta rocciosa della Terra e solo sul quale possono crescere le piante e svilupparsi gli animali, è costituito da funghi. Il loro grande tropismo per i minerali li rende anche atti ad assorbirli da strutture rocciose e quindi essi rappresentano sulla Terra l’essenziale anello di passaggio dalla vita inanimata a quella animata.

Vi sono almeno 700 specie di funghi che possono essere ritenuti utili come cibo, da parte dell’uomo. Molti di questi funghi hanno anche un importante ruolo terapeutico nella prevenzione e nel trattamento di svariate patologie. In realtà il ruolo in medicina di questi funghi è un fatto secondario, essi sono prima di tutto degli alimenti e come molti altri cibi hanno anche un valore terapeutico. Ebbene, in alcuni funghi mangerecci tale valore terapeutico è così elevato da farne armi utilissime anche in patologie gravi. Quello che normalmente viene ritenuto il fungo altro non è che il corpo fruttifero del fungo stesso. Esso rappresenta quella parte del fungo che cresce al di sopra del suolo ed ha lo scopo di rilasciare le spore, parte fondamentale del ciclo riproduttivo. Alcuni funghi non sviluppano un corpo fruttifero e rilasciano le loro spore senza questo passaggio vegetativo. Le spore fungine sono trasportate dal vento e dall’acqua. Quando arrivano in un ambiente favorevole esse germinano e danno vita ad una nuova colonia. Il primo stadio della formazione di un fungo consiste nell’emergere di filamenti chiamati ife, dalle spore germinate. Le ife originali iniziano a crescere nel terreno cercando altre ife compatibili con cui accoppiarsi. Dopo l’accoppiamento, le ife si espandono in tutte le direzioni, colonizzando il suolo circostante o invadendo alberi morti. La complessa rete interconnessa di ife si chiama: Micelio. Il micelio progressivamente cresce e si espande, vicino alla superfice o su legno in decomposizione. Il corpo fruttifero che noi vediamo sulla superfice del terreno o sui tronchi, non è altro che micelio compattato che si espande fuori dal terrno tipicamente in primavera ed in autunno dopo le piogge stagionali.

I funghi si collocano alla base della scala evolutiva ma, quasi similmente agli esseri umani, hanno un efficiente apparato immunitario capace di proteggerli contro una gran quantità di patogeni. Durante la fase micelio i funghi digeriscono attivamente il cibo emettendo enzimi digestivi che degradano le sostanze organiche in decomposizione. Tuttavia prima che il cibo digerito possa essere assorbito dalle loro cellule ed utilizzato, i funghi devono inattivare tossine e contrastare agenti patogeni. Questo obiettivo viene raggiunto rilasciando speciali polisaccaridi ed altre sostanze chimiche all’interno delle cellule dove entrerà il cibo. Nel corso di questo processo vengono sintetizzate molte di quelle sostanze che si sono rivelate importantissime per stimolare o sostenere l’apparato immunologico umano.  

  • Standardizzazione: Sembra a tutt’oggi esserci una grande confusione nella standardizzazione degli estratti di funghi. Per comprendere al meglio il problema, dobbiamo prendere in rassegna l’uso dei funghi terapeutici da parte della Medicina Tradizionale Cinese e le conferme scientifiche sulle proprietà terapeutiche dei funghi fornite dalla ricerca scientifica moderna. Solo fondendo queste due prospettive riusciremo ad avere una nozione sufficientemente chiara di questa complessa materia. Il punto di incontro è lo studio degli estratti in acqua calda.
  • Uso Tradizionale: Nella tradizione medica cinese i funghi sono stati sempre impiegati sotto forma di thè, di bevanda, di estratti acquosi. L’estrazione è stata fatta sempre usando la polvere di funghi per preparare dei thè o dei decotti. Nel preparare un decotto, la polvere od il fungo intero vengono bolliti lentamente in acqua per un tempo che va dai 20 ai 120 minuti. Questo procedimento non deve essere confuso con la preparazione di un’infusione nella quale l’acqua calda viene semplicemente versata sulla polvere. Qualsiasi cultore della Medicina Tradizionale Cinese confermerà che il decotto è il modo tradizionale ma anche più efficace per preparare funghi medicinali ad effetto tonico od immunostimolante.
  • Ricerca Moderna: Facendo una revisione della letteraura scientifica sui funghi medicinali, è facile evidenziare come la maggior parte delle esperienze scientifiche si riferisca proprio all’uso di estratti con acqua calda o con acqua calda ed alcool. Questo metodo è usato per quasi tutti i fughi medicinali, inclusi coriolus, shiitake, maitake, cordyceps, e reishi. L’estrazione con acqua calda è anche alla base di tutte le preparazioni derivate, come Lentinano e LEM dallo Shiitake (Lentinula edodes), Maitake D-Fraction e MaitakeGold 404® dal Maitake (Grifola fondosa), e PSK/VPS e PSP dal Coriolus versicolor. Tuttavia recenti ricerche, soprattutto cliniche, condotte quindi sull'uomo hanno dimostrato l'opportunità dell'uso del fungo intero per sfruttare al massimo tutte le molteplici proprietà terapeutiche, in parte ancora sconosciute, del fungo stesso. Del resto si è visto come, anche in fitoterapia, l'impiego della pianta in toto, sia preferibile all'impiego di sue parti od estratti. Se invece si vogliono sfruttare le proprietà enzimatiche del fungo, sarà preferibile usare il micelio, parte più ricca in assoluto, appunto in enzimi.

Quindi riassumendo potremo dire che, è indicato l'uso di: 

  • Estratti di funghiin caso di patologie gravi ed avanzate quali cancri o virosi conclamate.
  • Preparati del fungo intero: in molteplici situazioni clini che comuni e in caso di terapia. d’appoggio a patologie organiche degeneratiove.
  • Preparati del micelio: in caso si necessiti di uno stimolo immunologico.
  • Preparati delle spore: in caso di patologie allergiche e infiammatorie.

Peculiarità della Preparazione dei Funghi Medicinali

Molte delle nozioni che si applicano alla preparazione dei farmaci derivati da piante non si applicano alle preparazioni di funghi, che peraltro non sono piante ed hanno una struttura completamente diversa dai vegetali. Punto essenziale è che i vegetali hanno una parete cellulare di cellulosa mentre i funghi hanno una parete cellulare di chitina. La chitina è la stessa sostanza che si trova nell’esoscheletro dei crostacei, quali aragoste e granchi. Questo dato è molto importante, dal momento che la chitina non è digeribile da parte degli esseri umani. L’estrazione con acqua calda tende a rendere più facilmente degradabili queste strutture facilitando l’assorbimento delle sostanze contenute nei funghi da parte dell’essere umano. Ne deriva che anche se normalmente potremo usare polvere del fungo intero o del micelio, in alcuni pazienti particolarmente gravi o non responsivi o con particolari problemi digestivi, è utile, in seconda battuta, passare all’uso degli estratti acquosi dei funghi medicinali. Secondo alcuni autori l’estrazione in acqua calda è il solo metodo provato essere valido per rompere le pareti cellulari di chitina e permettere il rilascio dei polisaccaridi bioattivi strutturalmente intatti e non danneggiati. Questo è tuttavia contraddetto dai lusinghieri risultati ottenuti nei pazienti dai terapeuti tedeschi, inglesi e statunitensi che usano correntemente funghi in toto o miceli dei funghi polverizzati.

I beta Glucani

I beta Glucani sono specifici e particolari polisaccaridi che si trovano soprattutto nelle pareti cellulari dei funghi medicinali. I polisaccariridi sono presenti sia nelle strutture vegetali che nei tessuti animali ma quelli fungini sono estremamente più complessi dal punto di vista molecolare. Diversamente dalle sostanze contenute nelle piante, che sono alla base dell’80% delle molecole utilizzate oggi in farmacologia, i polisaccaridi fungini, per la loro complessità strutturale, sono difficilmente sintetizzabili in laboratorio. I beta Glucani sono delle molecole a lunga catena o macromolecole, hanno forma spiraliforme e ripetono una sequenza fissa di zuccheri. La struttura a spirale ed i legami tra le varie catene realizzano un complesso tridimensionale del tutto caratteristico. Il termine beta glucano caratterizza il tipo di struttura molecolare che viene poi ulteriormente definito come beta 1-4 o beta 1-3 per descrivere le caratteristiche di legame della catena polisacca- ridica. La struttura di glucosio chiave del beta Glucano è for- mata da sei atomi di carbonio, ognuno di questi può essere il termine della catena o l’inizio di una diramazione. I beta 1-3 glucani hanno legami che vanno dal primo al terzo atomo di carbonio, i beta 1-4 , dal primo al quarto. Solo negli anni ’80, ricercatori dell’Università di Harvard hanno cominciato a capire l’importanza critica della dimensione e della struttura dei beta Glucani per la loro capacità di stimolo dell’apparato immunitario I ricercatori hanno osservato che le molecole polisaccaridiche dei funghi medicinali si legano con un classico meccanismo "lock and key" a recettori specifici situati sulla membrana dei macrofagi. Il legame del beta Glucano con il recettore stimola la cellula macrofagica ma è fondamentale la specificità strutturale del ligando. Questo è tuttavia contrad detto dai lusinghieri risultati ottenuti nei pazienti dai terapeuti tedeschi, inglesi e statunitensi che usano correntemente funghi in toto o miceli dei funghi polverizzati. Analoghi siti recettoriali sono stati individuati su altre cellule del sistema immunitario, quali i linfociti natural killer ed i granulociti neutrofili. Ulteriori ricerche hanno dimostrato che beta Glucani con diversa struttura molecolare evocavano diverse risposte immunitarie. Questi risultati della ricerca di base aprono la strada ad un gran numero di applicazioni terapeutiche e rappresentano la spiegazione scientifica di quanto già osservato nella clinica con l’applicazione dei diversi funghi medicinali.  

Ganoderma lucicum L.Ganoderma lucicum L.GANODERMA LUCIDUM LING ZHI - REISHI

Fungo parassita o saprofita, non commestibile per il suo sapore amaro e la consistenza legnosa, cresce solitario o in pochi esemplari dalla primave- ra all’autunno su ceppi di latifoglie, in particolare quercia e castagno. Il corpo fruttifero del fungo ha un colore che varia dal rosso al quasi nero ed ha un caratteristico aspetto lucido da cui il nome scientifico. Scendendo nei particolari, il Ganiderma lucidum contiene:  

  • Sali minerali: Ferro, Zinco, Rame, Manganese, Magnesio, Potassio, Calcio, Germanio;
  • Vitamine B in particolare folina;
  • 17 aminoacidi tra cui tutti gli essenziali;
  • Polisaccaridi costituiti da: glu- cosio, galattosio, mannosio con tracce di xilosio e fucosio;
  • Steroli precursori ormonali;
  • Sostanze ad attività anti istami- nica;
  • Adenosina;
  • Triterpeni: - Acido Lucidenico; - Acido Ganodermico; - Acido Genolucido.  

Effetti a livello Cardiovascolare

Vari studi hanno dimostrato che il Reishi inibisce l’aggregazione piastrinica e riduce la pressione arteriosa. In uno studio condotto su 33 pazienti, i ricercatori hanno dimostrato che la somministrazione del fungo diminuiva in maniera significativa i livelli del colesterolo, nell’arco di 2 settimane. In Medicina Tradizionale Cinese il fungo Reishi è cor rentemente usato come ipocolesterolemizzante e tale effetto è attribuibile a due fattori:  Ostacolo della sintesi endogena di colesterolo tramite inibizione dell’enzima HMG-CoA Reductasi e inibizione dell’assorbimento intestinale di colesterolo.

E’ un fungo molto raro in natura che tuttavia si riesce attualmente a coltivare con successo a fini commerciali. E’ annoverato tra le 10 sostanze terapeutiche naturali più efficaci. In Cina e in Giappone viene considerato il fungo dell’immortalità. In oriente è conosciuto anche come “Erba della Potenza Spirituale” o “Fungo dei Diecimila Anni “; viene coltivato e utilizzato in polvere, in decotti acquosi e in estratti alcoolici o in capsule, per le sue proprietà farmacologiche; agisce come regolatore delle funzioni organiche e viene utilizzato per la prevenzione di ipertensione, problemi di fegato e cardiovascolari, trombosi, allergie, ecc... Esistono notizie documentate, sul suo impiego in Cina fin da vari secoli prima di Cristo. E’ considerato un grande adattogeno, la miglior scelta per uno stimolo generale dell’organismo ed un sostegno antisenescenza.

Caratteristiche generali - Esaustive ricerche hanno dimostrato che il fungo Reishi contiene vari gruppi di sostanze farmacologicamente attive tra cui in particolare:  

  • Vari Polisaccaridi capaci di potente stimolo immunologico anche grazie ai loro effetti sulle citochine;
  • Triterpeni con azione adattogena ed in particolare con proprietà anti ipertensive ed anti allergiche. La gran parte di questi triterpeni sono contenuti nel corpo fruttifero e nelle spore, mentre sono assenti nel micelio.
  • Regno: Fungi Phylum: Basidiomycota
  • Classe: Hymenomycetes Ordine: Polyporales
  • Famiglia: Ganodermataceae Specie: Ganoderma lucidum

Effetti cardiovascolari del Reishi

La grande disponibilità di acetil CoA che si crea con il blocco della HMG-CoA Reductasi attiva il ciclo di Krebs giustificando molti degli effetti terapeutici, non solo cardiocircolatori, del fungo: Inibizione dell’aggregazione piastrinica, riduzione dell’ipertensione con un meccanismo simil ACE inibitore, inibizione della sintesi di colesterolo endogeno per blocco della HMG-CoA Reductas e inibizione dell’assorbimento enterico di colesterolo.

Effetti sul Sistema Immunitario del Reishi

Reishi è da molti anni, soprattutto in oriente, prescritto correntemente per supporto, a lungo termine, della funzione immunitaria. Il suo effetto di stimolo immunologico loo rende ovvia- mente importante nell’ambito della strategia naturale delle neoplasie. In uno studio ospedaliero a doppio cieco, effettuato su quarantotto pazienti con carcinomi in fase avanzata, furono somministrati estratti di questo fungo per trenta giorni. Dopo questo periodo i ricercatori hanno constatato un netto aumento della risposta immune evidenziato da un incremento dei linfociti T e da una diminuzione della conta dei CD8. Tutti i pazienti manifestavano inoltre minori effetti collaterali da chemioterapia e più rapida ripresa dopo la chirurgia. Molti studi hanno dimostrato effetto antitumorale nell’animale da esperimento, tuttavia sono necessari ulteriori ricerche cliniche ed esperienze in medicina umana. In Cina sono stati studiati 2000 pazienti con bronchite cronica che, dopo somministrazione di uno sciroppo a base di Reishi, sono migliorati del 60-90%. Lavori scientifici hanno evidenziato inoltre l’efficacia antivirale del Reishi, in particolare nei confronti di: Herpes simplex virus tipo 1 (HSV-1) and tipo 2 (HSV-2), Virus Influenzale A virus (Flu A), Vari ceppi della stomatite vesciculare virale (VSV).

Questo fungo può quindi avere un importante ruolo pre ventivo nell’Herpes recidivante e nelle influenze di tipo A. Vari studi hanno dimostrato anche la sua efficacia nei confronti dell’Epstein Barr virus. Lavori scientifici hanno evidenziato l’efficacia antivirale del Reishi, anche nei confronti di HIV per l’azione anti transcriptasi dei Terpeni contenuti nel fungo. Inoltre gli stessi Terpeni del Reishi hanno spiccate proprietà antiossidanti e possono proteggere le strutture cellulari dai danni legati allo stress ossidativo.

Ruolo nel Metabolismo Glicemico del Reishi: 

Studi in vitro e sull’animale da esperimento hanno dimo- strato un significativo effetto ipoglicemizzante del Reishi. Queste proprietà sono in gran parte dovute a polisaccaridi noti come Ganoderani A, B, e C. L’effetto ipoglicemizzante si esplica attraverso tre meccanismi: aumento dei livelli di insulina, stimolo dell’utilizzazione periferica di glucosio, stimolo del metabolismo epatico del glucosio.

Azione Anti Infiammatoria del Reishi

Molti studi in vitro e sull’animale da esperimento hanno evidenziato gli effetti anti infiammatori del Reishi e dei suoi estratti. In particolare uno studio ha evidenziato che 50 mg di polvere di questo fungo ha effetti paragonabili a 5 milligrammi di idrocortisone. Recenti esperienze cliniche hanno confermato le straordinarie proprietà anti infiammatorie di questo fungo che si è rivelato utile in patologie infiammatorie croniche anche molto complesse quali l’artrite reumatoide. Ruolo nelle Epatopatie Il fungo Reishi è usato comunemente in Medicina Tradizionale Cinese per le sue proprietà epatoprotettrici. Un piccolo studio su 4 pazienti con epatite B e transaminasi e bilirubina elevate ha confermato l’uso tradizionale del fungo nelle epatopatie a carattere infiammatorio. La somministrazione per 3 mesi di 6 grammi del fungo, ha determinato una significativa riduzione delle transaminasi dopo un mese ed una loro normalizzazione dopo tre mesi. E’ stata anche notata una attività antifibrotica del fungo, a livello epatico. Recentemente è stato utilmente associato alla chemioterapia per prevenire i frequenti danni epatocellulari di tale pratica. Ruolo nei disturbi attribuibili all’Altitudine. Una indicazione peculiare e specifica di questo fungo è il “mal di montagna”. Gli effetti del Reishi sono stati studia ti da scalatori cinesi che hanno raggiunto vette oltre i 7000 metri con minimi problemi. Secondo i ricercatori cinesi gli effetti positivi del fungo sono da attribuirsi ad una migliore ossigenazione del sangue indotta dal fungo.

Indicazioni cliniche specifiche del Reishi:

  • Insonnia;
  • Stanchezza;
  • Invecchiamento precoce;
  • Disturbi legati all’altitudine;
  • Miotonia distrofica;
  • Problemi cardiovascolari: - Aritmia; - Dispnea; - Precordialgie; Palpitazioni.
  • Allergie: - Eczema; - Asma;
  • Intolleranze alimentari.
  • Problemi broncopolmonari: - Tracheite; - Bronchite cronica; - Bronchite asmatiforme.
  • Problemi gastroenterici: - Stipsi; - Epatite A,B,C; - Steatosi epatica.
  • Cancro: - Carcinoma nasofaringeo; - Leucemia mieloide acuta.
  • Supporto immunologico;
  • Leucopenia;
  • Mononucleosi infettiva;
  • Artrite reumatoide 

Reishi MicosaludReishi MicosaludConsiderazioni generali sul Reishi

Nonostante i lusinghieri risultati che si ottengono con questo fungo nelle patologie allergiche e nelle correlate problematiche psiconeurologiche, per la nota attività anti istaminica, il grande interesse per questo fungo è legato alla sua benefica azione a livello cardiovascolare. In particolare aumenta il flusso sanguigno del miocardio e riduce il consumo tissutale di ossigeno. Lusinghieri risultati sono stati anche ottenuti nella cura dell’epatite virale, B, in particolare. Nel Linus Pauling Institute questo fungo è stato sperimentato nella cura del cancro. Si è vista importante l’associazione con alte dosi di vitamina C, oltre i 5 grammi, ed è stata provata la sua capacità di stimolo sui linfociti T helper. 

Tropismo del Reishi:

Tessuto connettivo, Apparato cardiovascolare, Sistema nervoso.

Posologia del Reishi:

I dosaggi terapeutici sono molto variabili a seconda della patologia e vanno dai 300 ai 4000 mg al giorno di prepa- razioni del fungo che contengano almeno il 10% di poli- saccaridi (beta-glucani) ed il 4% di triterpeni.

Effetti collaterali  del Reishi:

Non sono riportati in letteratura particolari effetti tossici se non occasionali problemi digestivi ed eruzioni cutanee in soggetti sensibili. Una certa cautela deve essere osservata dai pazienti in terapia anticoagulante per gli effetti di fluidificazione sanguigna tipici del fungo. I pazienti in cura con ipoglicemizzanti devono anche essere consapevoli dei potenziali effetti di riduzione della glicemia attribuibili al fungo. Inoltre, trattandosi di una sostanza ad effetto immuno- modulante deve essere usato con cautela o evitato nei pazienti trapiantati o in trattamento con immunosoppressori. 

REISHI NEL TRATTAMENTO DELLE ALLERGIE

Nuove strade nel trattamento di allergie alle graminacee, asma e neurodermatiti

Epidemiologia - Le allergie sono una reazione anomala del nostro organismo a particolari sostanze (allergeni) che non sono neces- sariamente dannose e che non creano alcuna reazione nel soggetto non allergico (sano). Si tratta di una reazione di ipersensibilità dell’organismo soprattutto a pollini, acari, peli d’animale e, sempre maggiormente, anche a sostanze alimentari. Queste reazioni compaiono a livello di mucose intestinali e respiratorie e sulla pelle. Il numero di persone affette da queste patologie è incredibilmente in aumento: nell’anno 2002 erano nella totalità oltre 26 milioni, con un picco di 11 milioni caratterizzati da allergie alle graminacee e 8 con aggravamento asmatico; il dato preoccupante tuttavia, è la presenza di tale patologia nel 30% dei bambini spesso con sintomatologia asmatica.

Reazioni organiche - In linea generale si può affermare che spesso esiste una predisposizione allergica, anche se questo non è la regola. Il sistema immunitario è deputato alla sorveglianza immunologica delle infezioni (batteriche, virali, micotiche e protozoarie) e al controllo della trasformazione neoplastica. Nel caso delle infezioni, nella maggior parte dei casi il contatto con un patogeno determina la formazione di anticorpi specifici che permangono in memoria e, forniscono “immunità” nel caso di un secondo contatto con lo stesso patogeno. I fenomeni allergici derivano dal fatto che il contatto con un allergene determina una reazione “di difesa” con attivazione di specifici anticorpi denomi- nati IgE e con sensibilizzazione dell’organismo a quella sostanza. Successivi contatti con l’allergene determinano una reazione immunitaria con rilascio di mediatori chimici (es. istamina) responsabili della sintomatologia allergica. Si tratta quindi di uno squilibrio del sistema immunitario che porta ad una reazione eccessiva nei confronti di sostanze generalmente innocue (es. pollini). Il ruolo centrale della mucosa intestinale La mucosa intestinale è, con i suoi 300 m2, la più grossa superficie di contatto del nostro corpo mentre i polmoni misurano 100 m2 e la pelle 2 m2. La mucosa intestinale viene giornalmente a contatto con una miriade di sostanze assunte nella nostra alimentazione e decide quali sostanze vadano utilizzate dal nostro organismo e quali eliminate. Inoltre gioca un ruolo molto importante sulla stabilità, regolazione ed equilibrio del sistema immunitario: qui si formano infatti le cellule di difesa, che non si fermano solo nell’intestino ma raggiungono, attraverso la circolazione sanguigna, altre mucose. Pertanto le manifestazioni della mucosa intestinale sia positive che negative, si ripercuotono allo stesso modo su altre mucose e sulla pelle. Spesso una sintomatologia allergica delle vie respiratorie e della pelle innescata da allergeni (polline, peli d’animali, metalli ecc...) deriva da una mucosa intestinale danneggiata o da disbiosi. Al fine di ottenere risultati a lungo termine, durante una terapia si dovrebbe prendere in seria considerazione questo fatto anche se i sintomi non fossero collegati direttamente al tratto intestinale. La conferma che la flora intestinale è fondamentale per una efficiente difesa del nostro organismo, deriva dal fatto che l’80% del sistema immunitario risiede nell’intestino.

Etiologia allergica - Alterazioni o infezioni della mucosa intestinale causate da patogeni o da sostanze tossiche assunte con l’alimentazione portano ad un aumento della permeabilità della parete intestinale (Leaky Gut Sindrome). Ne consegue che la barriera intestinale viene attraversata da molecole parzialmente digerite che raggiungono la circolazione periferica e scatenano reazioni anomale da parte del sistema immunitario. La ricostituzione di una mucosa intestinale integra e di una corretta flora intestinale è di fondamentale importanza nella prevenzione e nel controllo delle allergie. Nella pratica clinica è stato possibile correlare la presenza di micosi intestinali allo sviluppo di allergie respiratorie e cutanee. Allo stesso modo, spesso, allergie alimentari scatenano reazioni cutanee. Anche l’assunzione di antibiotici, che danneggiano la flora intestinale, può essere alla base di una patologia allergica. Inoltre, spesso, dopo una cura antibiotica, la flora intestinale non viene correttamente ripristinata generando problemi digestivi, stanchezza, emicrania, stasi linfatica, dolori alle articolazioni e creazione di una situazione predisponente allo sviluppo di allergie. Dalle statistiche si evidenzia che neonati allattati al seno hanno un sistema immunitario più forte e sono meno predisposti allo sviluppo di allergie, rispetto a quelli nutriti con il latte artificiale. La composizione del latte materno, infatti, interagisce in modo ottimale con la flora intestinale neonatale. Anche un’eccessiva igiene può interferire negativamente con il sistema immunitario determinandone ipostimolazione e aumentando nel tempo il rischio di allergie. Studi hanno dimostrato che in città tra i bambini vi è una incidenza di patologie allergiche 15 volte superiore rispetto a bambini cresciuti in campagna, e che sono normalmente a contatto con fieno, graminacee, pollini ed animali. Varie allergie e relativi sintomi L’allergia è una patologia cronica che si può ripercuotere a livello di sintomatologia su diversi organi o tessuti, dalla mucosa intestinale, alla cute, ai polmoni e vie respiratorie. Caratteristica della reazione allergica è il rilascio di mediatori chimici, tra cui l’istamina, con produzione di arrossamenti, edemi, eruzioni cutanee, prurito, contrazioni bronchiali etc... Alcune forme di allergie (non da ipersensibilità immediata) possono essere mascherate da sintomi aspecifici come cefalea, nausea, diarrea, stanchezza cronica, nervosismo, agitazione, raffreddori e bronchiti croniche, tendenza alla depressione e generale stato di malessere. 

Le allergie possono essere schematicamente suddivise in 4 tipi in base alle reazioni del sistema immunitario. Le reazioni allergiche dal tipo I al III vengono attivate dagli anticorpi, mentre la reazione del tipo IV dai linfociti T: 

Tipo I - Ipersensibilità immediata o anafilattica Tipo di allergia IgE-mediata, con liberazione di mediatori chimici (es. istamina, bradichinina, serotonina...), preformati o di neosintesi, da mastociti o granulociti basofili. Insorge nel giro di 2-30 minuti dal contatto con l’allergene (es. alimento, veleno da puntura di vespa). La sintomatologia è caratterizzata da prurito, secrezione nasale, contrazione della muscolatura bronchiale, vasodilatazione e formazione di edemi. Si riscontra anche un aumento della frequenza cardiaca e riduzione della pressione sanguigna. La manifestazione estrema di una allergia del tipo I è lo shock anafilattico, una reazione sistemica che nel giro di pochi minuti può condurre alla morte.

Tipo II - Tipo citotossico reazione citotossica anticorpo-mediata Prevede una reazione citotossica anticorpo-mediata; gli anticorpi IgM o IgG reagiscono con antigeni presenti sulla superficie cellulare, con attivazione del complemento e distruzione della cellula coinvolta. Insorge dopo 5-6 ore.

Tipo III – ipersensibilità mediata da immunocomplessi Reazione mediata da immunocomplessi: formazione di complessi antigene-anticorpo (IgG o IgM) negli spazi extracellulari che si depositano in vari tessuti con attivazione del complemento e successiva reazione infiammatoria. Insorge dopo 2-8 ore e può portare a danneggiamento tissutale.

Tipo IV - Ipersensibilità ritardata ipersensibilità cellulo-mediata Interazione fra antigeni tissutali e linfociti T con liberazione di citochine che attivano i macrofagi o i linfociti T citotossici, mediatori del danno tissutale. Insorge dopo 24-72 ore con una sintomatologia caratterizzata dalla comparsa di eczemi e desquamazioni. Raffreddore allergico In questi casi i sintomi colpiscono le mucose nasali, gli occhi e la laringe con bruciori, prurito, edemi ed arrossamento cutaneo, innescati sopratutto da sostanze inalate per via respiratoria, (es. peli di animali, acari, pollini). Spesso in questi casi c’è predisposizione allergica e disbiosi intestinale e a volte la sintomatologia può evolvere con sviluppo di forme asmatiche. 

Asma bronchiale

In questi casi un eccessivo rilascio di istamina porta ad una contrazione della muscolatura bronchiale con attacchi di tosse e mancanza d’ossigeno. L’edema della mucosa bronchiale unito ad un aumento di secrezione di muco rende inoltre difficoltosa la respirazione. Anche in questo caso alla base c’è una predisposizione allergica, con ipersensibilità ad allergeni quali acari, peli d’animali, pollini e la muffa di funghi ed altri, e comparsa di raffreddore da graminacee, neurodermatiti ed allergie alimentari. La parte emozionale ha un ruolo molto importante in questa patologia.

Allergie alimentari

Alimenti o additivi alimentari possono provocare una reazione allergica nel tratto intestinale, alle vie respiratorie o alla pelle. Nausea, attacchi di vomito, diarrea, gonfiori e crampi intestinali sono spesso i relativi sintomi, ma anche prurito e infiammazioni cutanee, orticaria, attacchi asmatici e raffreddori di tipo allergico.

Allergie da contatto

Il continuo contatto con metalli, sostanze chimiche o particolari cosmetici possono determinare arrossamenti, rigonfiamento, infiammazione, prurito ed incrostazioni della pelle.

Neurodermatiti

Il 10-20% dei bambini è affetto da dermatiti atopiche. Questa malattia è spesso la prima manifestazione di tipo allergico in età infantile. Se da una parte inquinamento ambientale e sostanze tossiche vengono ritenuti responsabili dell’aumento di questa patologia, dall’altra si ipotizza una ridotta risposta immunologica. Spesso questa patologia ha origine da una allergia alimentare, che, nel 40% dei casi, si trasforma in asma bronchiale. La sintomatologia cutanea è caratterizzata da prurito, eczema secco, infiammazione, desquamazione, ispessimento a livello di viso, gomiti e polsi. Spesso le persone malate si grattano così tanto da provocare danni alla pelle e rischiare infezioni. I sintomi possono peggiorare con le basse temperature, contatto con detersivi o indumenti sintetici. Terapie esterne (es. creme o pomate) possono ridurre la sintomatologia, ma non risolvere il problema perché non rimuovono la causa.

Consigli alimentari per tutte le forme allergiche

  • Mangiare alimenti integrali;
  • Ridurre o eliminare gli alimenti conservati;
  • Consumare sopratutto frutta e verdura biologica di sta- gione dato che nelle coltivazioni forzate spesso la quan- tità di pesticidi, che provocano il rilascio delle istamine, è superiore alla norma;
  • Evitare gli alimenti che potrebbero provocare allergie come: latte e derivati, carne di maiale, prodotti preconfe- zionati, conserve, glutammato, vino ed aromi sintetici;
  • Ridurre o eliminare i carboidrati raffinati (farine e zuc-cheri).  

L'AZIONE DEI FUNGHI NELLE PATOLOGIE ALLERGICHE

Reishi

  • Riduce il rilascio delle istamine;
  • Possiede un’azione simile a quella del cortisone riducendo l’infiammazione di pelle e mucose;
  • Assicura al nostro organismo una buona ossigenazione, grazie alla presenza del Germanio, importante nei casi d’asma cronica;
  • Modula il sistema immunologico;
  • Tonifica il cuore e aumenta la resistenza fisica;
  • Supporta il fegato nella sua funzione disintossicante;
  • Svolge un’azione sedativa del sistema nervoso, aiutando a meglio tollerare lo stress senza però ridurre la concentrazione. 

 HericumHericumHericium

  • Contribuisce alla ricostruzione della mucosa intestinale nei casi di allergie alimentari o disbiosi intestinale, evi- tando che gli allergeni oltrepassino la parete intestinale;
  • Dovrebbe essere sempre utilizzato come base nelle tera- pie allergiche. 

PolyporusPolyporusPolyporus

  • Aiuta a migliorare la funzionalità linfatica;
  • Dovrebbe essere utilizzato nei casi di ritenzione idrica e forte secrezione nasale. 

Terapie di varie forme allergiche - Oltre a modificare, come già citato, le abitudini alimentari i funghi terapeutici sono da adattare alla tipologia e alla costituzione del malato.  

  • Raffreddore allergico: Il fungo Reishi dovrebbe essere utilizzato in ogni caso. A fronte di una bassa funzionalità linfatica, si consiglia di aggiungere anche il Polyporus. In caso di disbiosi intestinale o di Leaky Gut Sindrome è importante assumere Hericium
  • Asma allergica Anche in questo caso è fondamentale il Reishi. L’utilizzo di Hericium o Polyporus è soggettivo e da valutare di caso in caso. In presenza di asma cronica associata a debilitazione fisica (es. calo ponderale), può essere aggiunto il Cordyceps.
  • Allergie alimentari Evitando il consumo di alimenti che possono scatenare la reazione allergica, si elimina la sintomatologia. La combi nazione di Reishi ed Hericium accelerano la rigenerazione della mucosa intestinale riducendo il rischio di reazioni allergiche. Allergie da contatto Anche in questo caso si dovrebbe evitare il contatto con l’allergene. Il Reishi (eventualmente combinato anche con Hericium e Polyporus) può mitigare i sintomi.
  • Neurodermatiti La base di questa terapia sta nel modificare le abitudini alimentari e ricostruire la mucosa intestinale ripristinan- done la funzionalità (Hericium). Deve essere supportata l’eliminazione delle tossine in circolo con il Reishi (detossificazione epatica) e con il Polyporus(drenaggio linfatico). L’azione del Reishi, paragonabile a quella del cortisone, svolge non solo un’azione antinfiammatoria, ma anche rilassante e sedativa.  

In conclusione, i funghi, quali modificatori di risposta biologica con azione adattogena, aiutano a mettere in movi- mento individualmente il processo di autoguarigione del nostro organismo senza produrre effetti secondari.

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